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LA MAR

di Olimpia De Girolamo
regia Claudio Orlandini

con Marzio Paioni

Scenografia e costumi Dino Serra

Luci di Alessandro Bigatti

Musiche Gipo Gurrado

Fotografia Michela Piccinini

LA MAR_SINOSSI

La Mar è un monologo sulla luce e sulle ombre che costellano la vita di un vecchio guardiano di un faro che si affaccia sull'infinito azzurro di un mare tutto femminile. Da fuori premono la modernità, la gioventù, la tecnica, e da dentro premono i ricordi, il passato, le paure e, infine, le speranze. Se la luce potesse contenere una storia, sarebbe fatta di trasparenza e di pulviscolo. Se la trasparenza di un vetro mettesse a nudo una vita, sarebbe possibile raccontarla. La mar contiene le vicende di un uomo che vive tra terra e mare e che si dedica alla cura di un faro misterioso. La lanterna, con la sua intermittenza di luci e ombre, diviene metafora dell’esistenza.

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I FISICI

di Friedrich Dürrenmatt

Regia di Claudio Orlandini
Assistente alle regia Marzio Paioni
Musiche: Gipo Gurrado
Costumi Alice di Nuzzo
Regia tecnica Luca Liberatore
Produzione Agorà Teatro

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ATTORI

Mathilde von Zahnd: Thérèse Besomi
Marta Boll: Annamaria Maccauso
Monika Stettler: Nadia Marchesi
Oskar Rose: Alessandro Otupacca
Lina Rose: Annamaria Maccauso
Comm. Richard Voss: Alessandro Otupacca
Newton: Marzio Paioni
Einstein: Philippe Blanc
Möbius: Michele Gianella

I FISICI_SINOSSI

Note del regista Claudio Orlandini
“Una compagnia di freschi attori alla prova de ‘I Fisici’ di Dürrenmatt.
Cantano canzoni come delle didascalie brechtiane, un desiderio di rispondere al Brecht didattico di Galileo? Qui gli attori provano a dipanare
al pubblico una sgradevole realtà. Niente di più.
Tutto come in prova avverrà  senza pudore innanzi allo spettatore. La scena cambierà a vista. L’attore cambierà personaggio davanti al pubblico e spiegherà se stesso allo spettatore che giudicherà la storia e i suoi complessi intrecci, perché qui tutti fingeranno di essere altro.
Fingono di essere fisici nucleari? Di essere pazzi? di essere uomini, morali o amorali?
Saranno invece attori in prova senza rete, esposti come foglie nella tempesta di una commedia nera.
Parodia, giallo, tragedia? Lo spettatore si potrà sistemare dove crede.
Gli attori alla prova usano la leggerezza e l’ironia per discutere di scienza, politica e morale, in un manicomio-teatro, dove la posta in gioco è la terribile scoperta nucleare, camuffata da proposta di modernità e pace per il genere umano.”
Lo spettacolo I Fisici é stato replicato più volte all’Agorà Teatro di Magliaso, in vari teatri del Cantone Ticino. Nel 2014 lo spettacolo è stato rivisitato ed é andato in scena al Teatro Studiofoce di Lugano.

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di Andrea Vitali

Regia di Claudio Orlandini
Assistente alle regia Marzio Paioni
Con Olimpia De Girolamo
Luci di Alessandro Bigatti

Produzione Agorà Teatro

BARBAUNTA E IL GRANDE DRAGO_SINOSSI

Barbaunta e il Grande Drago è uno spettacolo speciale perché è stato scritto da un bambino di 10 anni, Andrea Vitali. Le storie, si sa, sono un’occasione per comprendere il mondo, i suoi misteri e le sue magie. Quando sua madre, l’attrice in scena, ha letto Barbaunta, ha capito che questa storia era un dono, una chiave per varcare la porta del mondo interiore del suo bambino . La metafora del viaggio in mare, le prove da superare, le perdite e le conquiste, permettono di indagare da vicino quanto la scrittura sia uno strumento eccezionale attraverso il quale i bambini possono esprimere e superare le proprie paure e scoprire le proprie passioni e i propri desideri.

 

In scena c'è una madre che un giorno si ritrova nella camera da bambino di suo figlio e si accorge della sua assenza. Al suo posto troverà un quaderno in fondo a un baule e da quel momento potrà entrare nei sogni nascosti di suo figlio per comprendere che allevare e amare significa "lasciar andare", concedere libertà e apertura verso il mondo. 

 

La narrazione teatrale permette a questa madre di diventare simbolicamente "ogni madre", di incarnare  il viaggio che prima di tutto lei deve compiere, per insegnare a suo figlio ad avere passioni e a partire per cercare la sua strada. 

 

Perché, come dice Barbaunta, "ha senso essere un capitano se si continua ad avere un sogno e  per saper sognare ci vuole coraggio".

 

Per famiglie e bambini dai 6 anni

Durata 45 minuti

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