ANTROPOLAROID di e con Tindaro Granata
di e con Tindaro Granata
disegno luci Matteo Crespi
suoni e luci Cristiano Camerotti
allestimento Margherita Baldoni e Guido Buganza
produzione Proxima Res
organizazione/disrtibuzione Paola Binetti
Uno straordinario Tindaro Granata, solo in scena, racconta di figure familiari, di
generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a
Roma, diventare attore, fare del cinema...
Definire “Antropolaroid” non è semplice: ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro
originalissimo di Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche
il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la
musica, la memoria.
“Antropolaroid”, spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine
dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la
caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa
dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi.
Uno spettacolo ad alta condensazione ed intelligenza teatrale nel quale ci sono,
rielaborate con molta sensibilità, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con
quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria
trattenuta nell’immagine, racconto tramandato, vissuto profondamente.
Antropolaroid è creazione teatrale colma di molte emozioni, per il testo, la recitazione, per
la concretezza e l’universalità della narrazione, il ritmo avvolgente.
Tindaro Granata passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, ad ogni età, maschio o
femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, paure, brevi passaggi ogni volta a
comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti .
La novità di uno spettacolo come Antropolaroid sta nell’utilizzo di una tecnica, antica,
come quella del “cunto”, che viene scomposta e il meccanismo del racconto viene
sostituito dalla messa in scena dei dialoghi tra i personaggi del racconto. Non vengono
narrati i fatti, ma i personaggi parlano tra di loro e danno vita alla storia.
Sinossi
Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore
incurabile. La moglie, incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla
tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia,
ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che
incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro
sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro,
facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro
emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor
Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978.
Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il
nipote del boss del suo paese di origine, Patti. Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che
il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in
cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.
Per la sua originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, lo
spettacolo “Antropolaroid” ha ottenuto numerosi riconoscimenti:
Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”, il Premio “ANCT” dell’Associazione Nazionale dei Critici nel 2011, il Premio Fersen in qualità di “Attore Creativo” nel 2012; a Tindaro Granata è stato assegnato il Premio “Mariangela Melato”
2013 prima edizione - Attore emergente.
Crediti Antropolaroid
scritto ed interpretato da Tindaro Granata elaborazioni musicali Daniele D’Angelo luci e suoni Cristiano Cramerottiorganizzazione Paola A. Binetti produzione Proxima Res
durata 70 minuti